Daniele Terenzi - Italia
Ballerino professionista.
Conosciamo Daniele Terenzi, ballerino professionista.
Daniele Terenzi étoile, titolo Italiano conferitogli nel 2023, è stato premiato dal noto coreografo e ballerino Garrison Rochelle. Daniele è il Primo al Mondo con una protesi transfemorale a danzare danza Classica, Neo-Classica e Latine. Fin da adolescente ha alternato la passione per la danza con quella per lo studio accademico, diplomandosi e laureandosi con due Master. La sua carriera di ballerino con protesi testimonia il valore della danza inclusiva e rappresenta un esempio di successo per l’intera comunità della danza per persone con disabilità.
Un giorno, nell’ottobre del 2018, ha subito un gravissimo incidente che lo ha portato in coma. Dopo il risveglio, è rimasto allettato per un anno. Daniele non si è mai arreso: nonostante la lunga riabilitazione, ha pian piano ricominciato a camminare. Ha ripreso la vita di tutti i giorni, affrontando mille sfide, ed è tornato a lavorare, diventando anche infermiere anestesista.
Durante i ricoveri nei vari centri riabilitativi ha sempre espresso il desiderio di tornare a danzare, ma ovunque gli veniva detto: "No, non si può." Fino al giorno in cui, grazie a un episodio decisivo, ha creduto che ce l’avrebbe fatta. E così è stato.
Grazie all’ortopedia SOMP e alla scuola di danza Emphaty Ballet Studio, dopo 14 mesi di sperimentazione, è stata realizzata la prima protesi al mondo ideata appositamente per danzare.
Oggi Daniele danza e condivide in tutto il mondo messaggi di forza e inclusione, per trasmettere a giovani e adulti l’importanza di non mollare mai e di credere sempre nei propri sogni!
La sua storia ispira progetti di danza incentrati su danza e disabilità, contribuendo alla crescente comunità di danza inclusiva.
L'intervista
Quali sono gli ostacoli che hai dovuto affrontare durante la riabilitazione? E come li hai affrontati?
Affrontare la riabilitazione è stata una sfida alla quale ero pronto sia emotivamente che fisicamente, ma ciò a cui nessuno ti prepara sono le sensazioni nei punti di appoggio del primo invaso. Il primo ostacolo, per me, è stato l’accesso alla riabilitazione, perché avevo tantissime fratture e non ho potuto iniziarla prima di 12 mesi dall’incidente. È stato il mio periodo buio: non riuscivo a fare nulla da solo. Entrare finalmente in riabilitazione è stata un’emozione incredibile, per aver raggiunto un obiettivo che, nei mesi precedenti, sembrava irraggiungibile. Da lì in poi, ho sempre pensato di suddividere i problemi in step, per arrivare a una soluzione a piccoli passi. Ho imparato a festeggiare anche i piccoli traguardi.
A tuo parere, quali sono i fraintendimenti più comuni sulle amputazioni e come li affronti?
Il fraintendimento più comune nella società è che le persone che hanno avuto una problematica, e l’hanno superata magari con l’uso di una protesi, non possano condurre uno stile di vita proattivo. Questo è un tabù che cerchiamo di combattere ogni giorno.
Infatti, sui palcoscenici di tutto il mondo, portiamo avanti l'importanza della danza inclusiva, dimostrando che le protesi non sono un limite ma una risorsa.
Secondo te, come potrebbe la società essere più inclusiva e comprensiva verso le persone con diversità agli arti?
Per capire qualcuno, bisogna vedere le cose dal suo punto di vista, e lo stesso vale per una persona con una protesi. Io, ad esempio, ho mio nonno con una protesi al braccio, e a volte cerco di mettermi nei suoi panni per capire come possa affrontare situazioni quotidiane che per lui possono essere critiche. Solo mettendoci nei panni degli altri possiamo comprenderci e aiutarci a vicenda. Questo vale nella disabilità come nella vita di tutti i giorni. La danza inclusiva, così come tutte le attività sportive, può giocare un ruolo significativo in questo cambiamento di prospettiva.
Hai già vissuto delle esperienze in cui le tue amputazioni hanno avuto un impatto positivo nella tua vita privata o professionale?
La mia esperienza è stata quella di portare un messaggio unico nel mondo della danza, perché sono il primo ballerino con una protesi al mondo. Collaboro con spettacoli di danza inclusiva in tutto il mondo, come l’Empathy Ballet Studio (Italia) e l’Hollywood Ballet (Los Angeles), per lanciare il messaggio che nulla è impossibile. Bisogna credere nei propri sogni e coltivarli per poterli realizzare. Mi occupo anche di moda inclusiva, con l’obiettivo di trasmettere messaggi di incoraggiamento.
Quali sono i tuoi hobby e le tue attività preferite?
Le mie attività preferite sono il nuoto, il para-tennis, il para-padel, il pilates, e il volontariato, in cui sono attivo come presidente di un’associazione. La mia esperienza con la "danza come terapia" mi ha insegnato a valorizzare ogni momento di movimento e libertà.
Un messaggio di incoraggiamento per le persone che stanno vivendo una situazione simile alla tua:
Tutti noi attraversiamo, o abbiamo attraversato, momenti difficili nella vita. Dobbiamo essere consapevoli di ciò che stiamo affrontando. Non contare mai le volte in cui cadi o inciampi nel tuo percorso.
Conta solo le volte in cui ti rialzi: sono quelle che fanno la differenza.